La lotta internazionale alla discriminazione e alla violenza di genere: l’ONU si pronuncia e discute il tema.
Quando tutte le donne del mondo… saranno uguali nei diritti, saranno protette dal violenza, saranno eguali nel lavoro e nella società sarà un mondo dove il nuovo potrà nascere e prendere vita.
Quando tutte le donne del mondo… sapranno che non sono dimenticate, ignorate, isolate.
Quando tutte le donne del mondo… avranno voce, spazio e riconoscimento.
Quando tutte le donne del mondo… si uniranno per combattere la discriminazione di genere sarà un mondo migliore e più felice.
Sarà un mondo dove ogni persona potrà essere libera di esprimersi e crescere, esplorare il mondo e avere fiducia nel futuro.
Combattere la discriminazione e la violenza sulle donne ha e deve avere una prospettiva internazionale. È un tema trasversale e che coinvolge ogni nazione e ogni cultura.
Una sfida importante. La lotta alla discriminazione di genere è uno sforzo quotidiano, civile, politico, culturale, umano, individuale e collettivo allo stesso tempo.
Conoscere i protagonisti del dibattito internazionale e gli organismi internazionali e sovranazionali che si occupano della questione è importante, perché possono invitare i singoli stati a legiferare e a creare policy specifiche, in base alle Convenzioni di Ginevra.
Dal 1979 l’ONU ha riconosciuto la lotta alla discriminazione e alla violenza di genere come obiettivo prioritario e mandato per uno speciale comitato di esperti indipendenti, il CEDAW (Committee on the Elimination of Discrimination against Women).
Il CEDAW conduce da allora sessioni autonome e dedicate al tema delicato della lotta e della prevenzione della discriminazione di genere nel mondo.
Tre volte l’anno l’HRC dibatte e discute con gli stati membri, i rappresentanti, gli esperti e gli stakeholders della società civile, fra cui un posto privilegiato occupano proprio le NGO attive nell lotta alla violenza, alla discriminazione o nella tutela di diritti umani in senso più ampio.
Periodicamente il Consiglio incarica studiosi ed esperti di approfondire i temi cari alle Nazioni Unite con ricerche ed interventi mirati. Tali studiosi si chiamano “Special Rapporteur” e presentano i oro rapporti che verranno presi in considerazione dalle deliberazioni delle Nazioni Unite che concludono ogni sessione: in altre parole diventano vere e proprie indicazioni di policy per tutti gli stati membri.
Lo staff del Special Rapporteur on violence against women (SRVAW) è presieduto dal 2015 ad oggi dalla studiosa croata Dubravka Šimonovic (PhD).
A novembre di quest’anno, in una sessione speciale del Consiglio dei Diritti Umani, è stato presentato e approvato dal Consiglio stesso il rapporto (download) il rapporto del CEDAW aggiornato a marzo 2018.
Il 9 settembre ha invece inaugurato il lavori a Ginevra la 42° Sessione del Consiglio per i Diritti Umani (HRC) e nel programma presente uno Special Panel dedicato alle questioni di genere: Annual discussion on the integration of a gender perspective throughout the work of the Human Rights Council and that of its mechanisms. Theme: Gender-responsive initiatives to accelerate gender equality”
Il 16 settembre il Consiglio ha invece discusso la questione di genere in Myanmar. (È possibile accedere al video degli interventi sia in diretta che in differita a questo link.
Sono eventi importanti, discussioni interessanti le cui sorti decideranno le linee guida dell’ONU (attraverso le risoluzioni conclusive della sessione) per ogni stato membro e per tutte le NGO del mondo.
Abbiamo parlato di iniziative locali e delle nostre collaborazioni istituzionali e ci dedichiamo con passione a diffondere, tramite la nostra pagina Facebook, le news dal mondo delle donne e dei lori diritti.
Tuttavia, riteniamo davvero importante fermarsi a riflettere in una prospettiva più ampia: la discriminazione di genere, la violenza, il mobbing, le molestie, gli stereotipi e le differenze salariali, la limitazione della libertà individuale delle donne e degli omosessuali, la diversa qualità della vita e persino il riconoscimento politico della piena cittadinanza in molti paesi del mondo non sono solo dibattiti filosofici ma tragiche realtà.
Vogliamo continuare a parlarne e a confrontarci, a ricordare quanto sia importante il dibattito internazionale.
A fianco di tutte le donne del mondo e a tutte le donne del mondo dedichiamo le parole delicate e affilate allo stesso tempo di Virginia Woolf, artista, intellettuale quasi profetica ed interprete dei suoi tempi:
“Fra cento anni, d’altronde, pensavo giunta sulla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà la macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando le donne erano il sesso protetto sarà scomparso; ad esempio (in strada stava passando un plotone di soldati) l’idea che le donne, i preti e i giardinieri vivano più a lungo. Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai più giovani e assai più presto degli uomini; cosicché si dirà: “Oggi ho visto una donna”, come si diceva “Oggi ho visto un aereo”. Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta, pensavo, aprendo la porta.”
Virginia Woolf, “Una Stanza tutta per sé”, 1929
Assolei apre le porte in ogni senso da sempre e come sempre continuerà a farlo.
Per questo organizziamo periodicamente tavole di discussione tematica.
Per questo, quest’anno, abbiamo deciso di aderire attivamente all’European Institute for Gender Equalities (EIGE).
E per questo abbiamo deciso di impegnarci in una campagna di comunicazione digitale.
Il nostro impegno per prevenire, il nostro impegno per sensibilizzare le donne per le donne.
Tutte le donne del mondo.
Credits: Photo by Grzegorz Walczak on Unsplash
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